Psicologia del lavoro, nella fiction come nella realtà
Se come me sei stato tra i milioni di persone che hanno guardato la serie Billions, non ti sarà sfuggito il lavoro sottile e continuativo della brava Wendy Rhoades (Maggie Siff) nel suo ruolo di psichiatra, life coach e formatrice all’interno della Axe Capital.
Wendy seleziona le persone che lavoreranno in azienda, le aiuta ad esprimere le loro potenzialità, dà supporto quando le prestazioni calano, risolve i conflitti tra i colleghi creando il giusto equilibrio tra competizione e cura del team. La sua attività ben rappresenta il concetto di capitale umano come asset di valore di ogni azienda moderna.
Joseph Conrad, scrittore e navigatore polacco vissuto tra l’800 ed il ‘900 (autore di Cuore di Tenebra che ha ispirato il film Apocalypse Now), anticipava ciò che solo oggi la moderna psicologia del lavoro persegue: “A me piace quello che c’è nel lavoro: la possibilità di trovare se stessi”.
Dall’utilità dei processi all’attenzione verso la persona
La psicologia è entrata nel mondo del lavoro tanti anni fa. Dai primi del ‘900 la psicotecnica o psicologia industriale del tedesco Hugo Münsterberg poneva l’attenzione su come influenzare il comportamento dell’uomo per massimizzarne la produttività nelle fabbriche.
Münsterberg ed il suo collega Frederick Winslow Taylor non si occupavano di gestire il disagio operaio dell’epoca. Lontana da loro la consapevolezza della potenzialità interiore dell’uomo, l’obiettivo era quello di velocizzare la produzione con un’organizzazione più efficiente.
Solo più avanti, psicologi come Elton George Mayo e Abraham Harold Maslow hanno posto l’attenzione sulla natura sociale e relazionale dell’individuo. Essi hanno spostato il focus sulle potenzialità legate all’ottenimento della stima del gruppo e all’autorealizzazione rispetto al concetto di utilità.
Si comprende che la persona può interferire nel lavoro con le sue emozioni e sentimenti. Ecco perché la psicologia del lavoro si interessa anche del contesto dove le persone svolgeranno la propria attività.
La psicologia del lavoro nell’immobiliare
Una delle tante sfide che vivo nell’immobiliare riguarda la scelta delle persone con cui lavorare, la costruzione del team, la fidelizzazione, la gestione delle crisi.
Qui c’è spazio per:
– l’azienda con decine di dipendenti
– l’agenzia immobiliare che deve selezionare e coordinare un’assistente
– il broker che lavora con più agenti.
A proposito, sapevi che la prima causa di abbandono da parte di un agente immobiliare del proprio broker a favore di un altro è la bassa qualità del contesto? Non una ragione economica, quindi, ma emozionale.
Per costruire agenzie immobiliari e aziende solide è necessario professionalizzare sia la selezione del personale che la successiva gestione. Senza fine.
Lo psicologo del lavoro può aiutarti. Si tratta di uno o una professionista con una laurea ad indirizzo specifico in psicologia del lavoro.
Questa figura interagisce a stretto contatto con l’imprenditore/manager e con le persone all’interno dell’azienda per aiutarle ad esprimere il loro massimo potenziale. Inoltre individua aree critiche sulle quali lavorare con una idonea formazione e migliora il rendimento del gruppo.
La sua funzione qualifica il rapporto con l’azienda e tra i membri del team, allentando le tensioni e migliorando la qualità dell’ambiente lavorativo. Aiuta la singola persona a trovare la giusta motivazione per far fronte ad impegni ed obiettivi.
Come più volte ho condiviso con te, il mercato richiede sempre maggiore specializzazione e competenze verticali. L’assunzione di una persona o la gestione di un team numeroso non possono più passare dalla tua valutazione soggettiva, basata su un curriculum e su un paio di incontri. Il rischio di scegliere la persona sbagliata è alto, le conseguenze pesanti sia su un piano personale che prestazionale.
In una società sempre più distratta, confusa e che tende verso un generale appiattimento, la psicologia del lavoro dovrebbe essere un elemento costante nella tua piccola o grande azienda.
Hai bisogno di aiuto per disegnare un ambiente di lavoro organizzato, con un clima sereno e produttivo dove permettere alla persona la piena espressione delle sue capacità. A vantaggio di tutti!
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