Il cambiamento come costante
Da hub di servizi al franchising immobiliare. In un momento in cui il concetto di dematerializzazione dell’agenzia immobiliare tiene banco, la scelta di Frimm di fare rotta sul franchising può sembrare un ritorno al passato. Tuttavia l’ecosistema aziendale di Roberto Barbato che vede, lo ricordiamo, la rete di agenzie andare a braccetto con l’MLS Replat, non è nuovo a cambi di strategia.
La sfida che Frimm pare aver raccolto, riguarda la valorizzazione del punto vendita e delle risorse che vi lavorano. Una sfida che richiama la provocazione di Paolo Iabichino, figura di riferimento della comunicazione, che lo scorso anno dalle colonne de ILSOLE24ORE lanciava il sasso: “Troppi social e poca creatività. I brand devono tornare a casa”. Il senso di casa era ben esplicitato: valorizzazione e cura del punto vendita su strada, organizzazione di eventi fisici ed un ritorno alla newsletter e alla carta stampata.
Dopo l’indigestione digitale degli ultimi 10 anni, che ha visto i Millennials in prima fila come consumatori di bit, la generazione successiva, quella nata tra il 1996 ed il 2015, chiamata Generazione zero, preferisce fare acquisti nei negozi. Chi appartiene a questa categoria di persone ama le esperienze con un alto coefficiente sociale e torna a leggere e a sfogliare i libri di carta.
Questo non implica per forza un abbandono del digitale, quanto la ricerca continua di equilibrio tra connessione fisica e digitale col marchio e con i suoi ambassador. E in una rete di franchising immobiliare gli agenti sono in prima fila per garantire tale connessione.
La ricetta per la crescita
Nella chiacchierata fatta con Giovanni Elefante, Master Frimm per la Campania, emergono almeno 2 aspetti davvero rilevanti. Il primo riguarda la stesura e pubblicazione del nuovo Manuale Operativo, a mio parere una nostalgia che fa tanto anni ’90, ma che rivela una ferma volontà di trasferimento del metodo operativo Frimm. Senza metodo non si va da nessuna parte e l’ancoraggio ad un riferimento così forte è un messaggio chiaro della volontà aziendale di ricucire un periodo nel quale “i 10 comandamenti” erano incisi su pietra rispetto ad un’epoca liquida che forse ha lasciato spazio a troppe distrazioni e a libere interpretazioni sul come svolgere la professione.
Il secondo aspetto che mi ha colpito riguarda la focalizzazione sull’attività di reclutamento, ovvero sulla mai semplice missione di far convergere nuove persone verso il brand ed il sistema aziendale. Interessare risorse di valore e compatibili con i valori del brand, formarle e fidelizzarle è diventata un’attività “core” dei network più consapevoli. La crescente presenza nel settore immobiliare di molte figure con competenze nell’HR (Human Resource) la dice lunga sull’importanza di questa attività nell’agenzia immobiliare, a prescindere dalla sua dimensione.
Che tu sia un agente immobiliare già affiliato ad un altro network oppure se rientri nella folta schiera degli Indie (indipendenti), saper leggere cosa c’è dietro “le grandi manovre” di aziende nazionali che sono sul mercato da molti anni, può aiutarti a mantenere o a tracciare una nuova rotta per la tua carriera immobiliare. Da hub di servizi al franchising immobiliare: Frimm ha raccolto la sfida del cambiamento!
Passaggi chiave dell’intervista
00:50 – FRIMM, da hub di servizi per le agenzie immobiliari a rete in franchising: quali sono i perchè di questa nuova rotta?
02:52 – Parliamo un po’ di numeri: qual è il posizionamento nazionale? E quello in Campania?
04:15 – Avete rilasciato il nuovo manuale operativo. L’agente è un anarchico per natura: cosa farete per rendere il metodo un valore condiviso e applicato?
06:10 – Uno dei 3 pilastri del metodo riguarda il reclutamento. Siete davvero convinti che l’agente immobiliare sia in grado di fare un reclutamento efficace?
07:31 – In una Italia che ama poco il franchising immobiliare, quali sono i “3 perchè” di un’affiliazione con FRIMM?
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