Un’offerta che non potrai rifiutare
Formazione è uno dei termini più abusati nel settore immobiliare, ma solo dopo “preliminare” che è quella parolina magica che giustifica qualunque assenza dell’agente immobiliare ad eventi che lo richiedano, ivi compresa proprio la formazione.
Generalizzare è scorretto, ma rende l’idea e ci riporta al tema di questo post, la formazione. Da AdWords di Google all’ADV di Facebook, non vi è giorno nel quale non si legga di iniziative di formazione rivolte agli agenti immobiliari, di vario tipo, costo e colore, con formatori di retroguardia, di avanguardia, d’oltreoceano.
E gli agenti immobiliari dove sono?
Insomma, l’offerta c’è, varia e abbondante e per tutte le tasche. Ma la domanda? Sì, perché il dato di fatto è che l’agente immobiliare fatica a formarsi, a mantenersi aggiornato. È una certezza che nessuno con un briciolo di onestà intellettuale può contestare. Certo, ci sono i professionisti virtuosi, ma gli altri?
Poche settimane fa ho letto con interesse alcuni dati raccolti da un’icona del settore immobiliare ed oggi della formazione, Bruno Vettore. La sua società BV Invest ha svolto un’indagine coinvolgendo un panel di agenti immobiliari ed il risultato già pubblicato su alcuni media di settore rivela che:
– …solo il 21% degli operatori segue un piano di formazione in via continuativa su base annua (3 o 4 corsi all’anno). Il 53% fa un corso “ogni tanto, ma poco frequentemente”, mentre il 26% “quasi mai o molto di rado” –
Con questi numeri la speranza di una categoria professionale all’altezza di un mercato evoluto, ipernormato, dove i clienti di frequente ne sanno più degli operatori, si fa davvero flebile.
Dopo la persuasione, la norma
Questa situazione non può trovare soluzione solo nelle rare spinte virtuose di alcuni addetti ai lavori, un insieme trasversale di professionisti che coinvolge associazioni, franchising, irriducibili indipendenti, ma comunque tutti consapevolmente illuminati dall’urgenza di un piano di studi non ossessivo, ma continuativo e soprattutto efficace.
Probabilmente la strada sta nell’obbligatorietà, in una norma (lo so, l’ennesima) che però faccia del bene alla professione. Può essere anche l’occasione per meglio perimetrare l’offerta formativa e riportarla su binari di una realtà contemporanea ed effettivamente utile.
Quindi formatori e società di formazione riconosciute e accreditate, che possano erogare contenuti all’interno di un percorso annuo con crediti formativi che permettano all’agente immobiliare di continuare ad operare anno dopo anno con efficienza e capacità.
Non solo metodo
- Gestione manageriale e d’impresa
- Marketing online e offline
- Crescita personale
- Fiscalità e contrattualistica
sono alcuni dei temi necessari per consolidare il ruolo dell’intermediario professionale, vincere la diffidenza del mercato ed aumentare la quota di intermediato, al pari di mercati evoluti dove affidarsi al consulente immobiliare è prassi normale.
In un momento di cui si parla tanto di competizione esasperata e di disintermediazione, diventa urgente avere il coraggio di puntare sulla qualificazione costante degli agenti immobiliari, per definire una categoria professionale con standard comuni ed una coesione d’interesse distintiva rispetto all’attuale polverizzazione di diversità che spinge verso i margini di un mercato inclemente e pronto a colmare ogni spazio lasciato libero.
E tu, cosa ne pensi?
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