Startup, soldi e occupazione
Il passare del tempo mi sta rendendo più sensibile verso le iniziative imprenditoriali di tanti giovani che non hanno ancora deciso di espatriare verso ambienti più competitivi, ma decisamente più promettenti, e che stanno invece giocando la loro partita per il successo qui in Italia.
Sono coraggiosi i nostri startupper dell’hi-tech, innovatori che lavorano senza sosta per sviluppare servizi e prodotti la cui affermazione costituisce la base del progresso della nostra società.
Alcune settimane fa, ho partecipato ad una sessione informativa dedicata al Club dei Mentor del Polihub (incubatore del Politecnico di Milano), che è il 2° incubatore universitario di startup in Europa e 5° al mondo. In questa occasione, Antonio Ghezzi, Direttore dell’Osservatorio Startup Hi-Tech della School of Management del Politecnico di Milano, ha tracciato numeri alla mano la situazione relativa ai finanziamenti diretti alle startup hi-tech.
La curva dell’interesse e dei finanziamenti da parte degli investitori italiani formali e informali (fondi di investimento istituzionali da un lato e venture capital, business angel e crowfunding dall’altro) è in crescita (+24% rispetto al 2016) con una stima complessiva di 182 milioni di euro nel 2016, dei quali 101 conferiti dagli investitori formali (1/7 e 1/6 rispetto a Germania e Francia, giochiamo in parità solo con la Spagna). A questi vanno sommati i 35 milioni di euro provenienti da investitori internazionali.
Nel 2015 il 70% degli investimenti “formali” è andato al Digital, il 21% al Life Science e l’8% al Clean-tech & Energy. Italia a 3 velocità per la distribuzione geografica col 58% degli investimenti al nord, 6% al centro, 36% sud e isole.
Sempre nel 2015 il 29% delle startup ha ottenuto investimenti “formali” superiori a 1 milione di euro, il 27% tra 500mila e 1 milione di euro, il 44% fino a 500mila euro. Le 340 startup innovative censite hanno prodotto 2.420 assunzioni a tempo pieno ed un indotto di collaboratori esterni a tempo pieno di 14.520 unità.
I fattori chiave nell’immobiliare
Appare evidente come ci sia ancora molto da fare, su tutti i fronti. Siamo al principio di un percorso che ha lanciato il suo guanto di sfida al sistema economico, alla comunità professionale, alla società civile. Sapremo cogliere in tempo questa occasione, entrare a tutta velocità in questa autostrada diretta verso nuove opportunità di sviluppo?
Anche nell’immobiliare, che rimane il mio primo settore di riferimento, le startup innovative stanno aprendo scenari straordinari che renderanno più fluido, trasparente e maturo un settore vincolato ed anacronistico ad ogni livello, dalla costruzione alla filiera dei servizi.
Molti di questi nuovi progetti cambieranno per sempre abitudini consolidate, pratiche obsolete e incoerenti col mercato moderno. Tuttavia vantaggi e benefici dipenderanno dall’ambiente che sapremo creare per accogliere e rendere fertile il cambiamento.
Quali sono i 3 fattori chiave sui quali concentrarsi?
- Ricerca e Sviluppo – Le aziende di settore, in particolare quelle legate ai servizi, non destinano risorse professionali ed economiche sufficienti alla ricerca, se non limitatamente al proprio stretto core business. Destinare risorse per guardarsi intorno, scoprire nuove tecnologie, lasciarsi ispirare dalla curiosità, scoprire le tendenze in corso, non produce fatturato diretto immediato. In una logica di impresa fatta molto spesso da un imprenditore originario, padre e padrone della ditta individuale mascherata da “Società per Azioni”, parlare di Ricerca e Sviluppo è una vera sfida. Questo si traduce in mancanza di conoscenza, isolamento, perdita di visione e, nel tempo, di valore e posizionamento di mercato. I casi reali non mancano e anche quelle realtà che ancora appaiono solide nel loro gigantismo, hanno già intrapreso la china che il tempo e la storia chiameranno “declino”.
- Investimenti economici – Per sviluppare le buone idee servono anche i soldi. Investire nelle startup con declinazione immobiliare, dovrebbe essere normale per le aziende che operano in questo settore. I primi interessati al progresso del settore dovrebbero sentire la responsabilità di puntare sul nuovo che avanza, di vedere quell’investimento utile alla propria crescita e, indirettamente, alla crescita qualitativa del settore. Non si tratta di fare beneficenza, quanto guadagnare consapevolezza del fatto che evolvere non dipende dagli altri perchè gli altri siamo noi.
- Etica – Questo aspetto merita la prima posizione e non la terza, ma non volevo perdere lettori così presto 🙂 Accogliere e favorire la nascita e lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali ispirate all’innovazione tecnologica dovrebbero rappresentare un valore sociale irrinunciabile. Il mecenatismo (da Gaio Cilnio Mecenate), dalla Roma Imperiale di Augusto, al Rinascimento dei De Medici o degli Sforza, ha giocato un ruolo chiave nel posizionamento del “brand” (regime o status quo). Favorire e proteggere l’arte, l’innovazione, la conoscenza, hanno reso alcuni momenti storici “illuminati” e progrediti. Il mecenatismo è stato utilizzato per sottolineare la grandezza di un governo e i suoi meriti, ampliarne la sua influenza, incrementarne il consenso. Se vogliamo essere provocatori, possiamo dire che dopo la “pax romana” (la pace imposta con l’uso delle armi), questa forma primigenia di “content marketing“, un buon mix tra arti visive, testi poetici e filosofici unito ad uno spazio per la scoperta, per l’innovazione tecnica e la sperimentazione, ha impresso per sempre nella storia l’impronta di leadership illuminate.
Un panorama denso di progetti innovativi
In Italia vi sono diverse startup innovative dedicate all’immobiliare che meritano la giusta attenzione. Provo ad elencarne alcune lasciando spazio nei commenti a quelle che dimentico o non conosco.
- AgentPricing – La valutazione immobiliare commerciale per l’agente immobiliare professionale. Un modo nuovo per rendere questo delicato passaggio un’esperienza visuale di grande impatto per il cliente, con una riduzione significativa dei tempi di esecuzione. Uno strumento molto utile per distinguersi da subito rispetto alla concorrenza della “valutazione verbale spannometrica”, facilitando il processo di acquisizione. AgentPricing è uno spin off di Reopla (MLS – Multiple Listing Service che ha introdotto il concetto di network locale per gli agenti immobiliari), ospitato presso l’I3P del Politecnico di Torino e guidato da Patrick Albertengo;
- Realisti.co – Un’iniziativa giovane, che si sta già affermando come standard nelle visite virtuali “realistiche” degli immobili. Realisti.co ha il primato di aver reso semplice ed economica una funzionalità (tour realistico con viste a 360 gradi) di cui si parla da oltre 15 anni. Anche Realisti.co è tutta torinese, finanziata in proprio e guidata da Edoardo Ribichesu;
- Wikire/Wikicasa – MLS (Multiple Listing Service) e portale di annunci immobiliari dedicati esclusivamente agli agenti immobiliari per favorire collaborazione e visibilità di prodotto. Modalità freemium, possibilità di partecipare al capitale, web marketing dedicato alla singola agenzia immobiliare sono i caratteri distintivi di questa iniziativa milanese guidata da Pietro Pellizzari che conta già 6.000 agenzie immobiliari registrate ed oltre 3 milioni di visitatori unici nel solo 2016;
- We-Agentz – Piattaforma che vuole ridefinire il processo di selezione dell’agente immobiliare attraverso la loro profilazione basata su competenze e professionalità. We-Agentz punta anche sul web marketing per rendere più qualificato ed efficiente il servizio reso dagli intermediari. Questa startup marchigiana è finanziata in proprio ed è capitanata da Francesco Patarchi;
- 3DSIGN – Incubata presso il Polihub (Politecnico di Milano), questa startup propone planimetrie 2d/3d, un tour interattivo in modalità gaming, il tutto partendo da una planimetria catastale. Un servizio all’insegna della semplicità che punta alla condivisione dell’esperienza. Al timone di 3DSIGN, Alessandro De Grandi;
- Casashare – Un nuovo modo di intendere la consulenza immobiliare per questa piattaforma professionale B2B, che ha sviluppato un processo di monitoraggio di mercato tra i più avanzati del settore (Active Finder), ponendo il focus su 2 esigenze: 1) la richiesta del cliente finale, 2) la costruzione di un network trasversale (senza vincolo di marchio) di agenti immobiliari collaborativi.
Il panorama, quindi, è molto denso. L’opportunità è quella di mettere a frutto idee fresche, tecnologia ed innovazione per favorire il posizionamento del proprio brand e garantire continuità, due aspetti che non vanno mai dati per scontati, a prescindere dalla dimensione aziendale attuale.
Il mercato si muove in fretta e anche l’immobiliare dei servizi sta diventando sempre più fluido.
Ce ne accorgeremo in tempo?
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