Si può avere una mentalità disruptive nell’immobiliare?
Il termine disruption (rottura, interruzione) nel mercato immobiliare va di moda. Spesso è associato alla tecnologia – disruptive technology o digital disruption – o all’innovazione – disruptive innovations.
Il concetto è stato elaborato nel 1995 da Clayton Christensen, consulente aziendale e accademico americano, per fotografare quel fenomeno di “innovazione dirompente in grado di distruggere aziende consolidate a favore di realtà emergenti“.
Nel settore immobiliare non stiamo vivendo nessuna alterazione drastica, piuttosto un’accelerazione abilitante verso il digitale. Questa trasformerà la mediazione in una versione migliore di sé, accessibile a tutti gli addetti ai lavori che vorranno adeguare ai tempi moderni strumenti e prassi.
La riflessione di oggi arriva da James Bidwell, imprenditore inglese inserito nella Top 50 del Financial Times Creative Business: “Il tempo risparmiato grazie alle nuove tecnologie sarà riempito di nuovi compiti“.
Ecco la nuova sfida per l’agente immobiliare, occupare il tempo liberato grazie al progresso tecnologico con attività produttive che riguardano vari ambiti. Questo significa avere una mentalità disruptive. Vogliamo scoprirle insieme?
1. Sharing economy
Il concetto di economia della condivisione ha come obiettivo quello di mettere a frutto l’intelligenza, gli sforzi e le risorse dei singoli individui per risolvere problemi comuni. La sharing economy si muove su un principio di altruismo e liberalità ben distinto dall’access economy, l’economia dell’accesso dove i consumatori pagano per l’utilizzo a tempo di un bene o servizio. Esistono molte aziende che dedicano, lontano dai riflettori, parte delle risorse agli scambi sociali e ad altre forme di espressione altruistica. Le tue competenze, il tuo sapere, le tue intuizioni possono essere immessi nel circuito virtuoso della sharing economy? Come possono aiutare i colleghi, i clienti, il mercato in generale a progredire? Questo significa partecipare al cambiamento di pensiero.
2. Sostenibilità aziendale
Lo sai che ogni visita presso un immobile comporta l’immissione di anidride carbonica nell’atmosfera? Per ogni km percorso in auto parliamo di una media di 105 grammi di co2. Adottare una maggiore trasparenza informativa negli annunci (fotografie, testi e virtual tour) potrebbe ridurre il numero di visite necessarie, come dimostrato più volte durante il lockdown del 2020. E che dire del consumo di carta, toner e plastica negli uffici? Cosa puoi fare da subito per rendere più green la tua azienda? Hai mai pensato di collaborare alla piantumazione o alla manutenzione del “verde pubblico” della tua città o quartiere? Sono iniziative che influiscono positivamente sia sull’ambiente che sulla percezione del brand, dando un senso pratico alla tua mentalità disruptive.
3. Cambia il mondo del lavoro
L’utilizzo di spazi coworking e le modalità di lavoro da remoto stanno cambiando le abitudini anche nel business. Se gestisci un team di lavoro numeroso, forse potresti pensare all’opportunità di ridurre il numero di spostamenti dei collaboratori verso la sede per le riunioni o i corsi di formazione. Oppure, se lavori in aree metropolitane ben servite, potresti immaginare ad una delocalizzazione della classica sede verso spazi coworking. Negli USA ci sono alcune reti in franchising che utilizzano con successo questa modalità. Prova a pensare in modo “interrotto”!
4. Dai un nuovo valore alla tua agenzia fisica
Nonostante l’onda digitale ed il successo dell’e-commerce, lo spazio fisico può fare qualcosa che per il web è molto difficile: ricreare la giusta atmosfera, dare una forte identità al brand e offrire un’esperienza di acquisto unica. La dimensione “phygital” è il nuovo equilibrio da raggiungere, dove la connessione col cliente è viva e significativa. Metti a frutto il punto vendita per raccogliere i dati dei tuoi clienti, offrire loro esperienze immersive nella visita di casa, aprire a servizi di progettazione, consulenza d’arredo e del credito (con figure specialistiche ed abilitate) in tempo reale e a chilometro zero.
Riscrivi il come svolgi le tue attività professionali e aziendali e rifletti su come stai impattando sulle persone e sull’ambiente che ti circonda. Questo è il punto di partenza di un cambiamento di pensiero (mentalità disruptive) che avrà al centro un’innovazione sostenibile e positiva!
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