Mentre il confronto tra gli agenti immobiliari e le società di derivazione bancaria scese nell’arena dell’intermediazione immobiliare non ha tregua, tra esposti alle autority e corrispondenza epistolare e televisiva (l’ultimo match alcuni giorni fa su realtortv.it con Intesa San Paolo Casa), sono proprio queste ultime arrivate a guardare con interesse verso la tecnologia al servizio degli agenti immobiliari.
Quasi come se essere nati col papà ricco (banca) non fosse sufficiente a garantire loro vantaggi competitivi rispetto ai colleghi di più “umile” estrazione.
Quindi grande attenzione alle dinamiche MLS, ma anche verso l’Active Finder, termine che è entrato nel vocabolario corrente degli addetti ai lavori dopo anni di evangelizzazione, a tratti faticosa, da parte dello startupper italiano Massimiliano Pochetti di Casashare, che dapprima snobbato, si è ritrovato tutto ad un tratto identificato (a mio parere in modo non voluto e forse superficiale), come antagonista degli MLS e addirittura dell’MLS Aggregator di Casa.it.
A scavare bene nella storia di questa iniziativa, ti trovi poi a scoprire che sono in parecchi gli agenti immobiliari italiani che utilizzano codesta tecnologia e che, giusto per non far saper niente al collega dirimpettaio, ti sussurrano a denti stretti (vi giuro che è così) che hanno aumentato la produttività in modo inatteso.
In un mercato competitivo e oggi molto provato da anni di vacche magre, vuoi vedere che il “cambiamento” è diventato un concetto non solo sbandierato, ma anche interiorizzato da una buona fetta di agenti immobiliari? Sinceramente spero che sia così, perchè il percorso di sopravvivenza delle aziende che intermediano si farà ancora più arduo e queste dovranno fare appello a tutta la loro creatività e capacità di innovare e rinnovarsi per restare sul mercato.
Il fatto che l’Active Finder Casashare sia stato adottato da Unicredit Subito Casa (questo si che è uno scoop!), dovrebbe farci riflettere sull’apertura mentale e sulla reattività che sono richiesti al settore che, in questi ultimi anni, citando un amico, è stato votato più all’immobilismo che all’immobiliare.
Siccome gli abitanti dell’ecosistema immobiliare sono sempre pronti a dare la caccia alle streghe, ho fatto, preventivamente, due domande scomode a Massimiliano Pochetti.
Eccole:
- domanda – In un momento di tensione tra vecchi e nuovi competitors, pensi che gli agenti immobiliari vedano nella collaborazione con Unicredit Subito Casa lo stesso tradimento vissuto quando i portali immobiliari hanno aperto agli inserzionisti privati?
- risposta – Le barricate non dipendono dalla tecnologia, sono un fenomeno culturale. Non vedo nessun tradimento, nel caso di un portale immobiliare, solo un editore privato che è focalizzato sulla gestione dei dati per favorire le esigenze di chi vende o compra casa. Per quanto riguarda Casashare ricordo che è un prodotto B2B, quindi aperto ai soli professionisti del settore casa e quindi Unicredit Subito Casa è un interlocutore naturale.
- domanda – L’adozione di Casashare è figlia di una scelta strategica che sposta l’ago della bilancia verso l’active finder rispetto ad altri strumenti di condivisione?
- risposta – Casashare non è in contrapposizione delle VERE MLS, ma devastante nei confronti di quelle “Finte”. La corsa che vediamo oggi verso MLS e addirittura verso l’aggregazione degli MLS forse è tardiva, in un mercato estremamente mutevole dove l’esigenza è di fare fatturato oggi, non tra 3/5 anni. Vedo molto bene invece le microreti MLS, che hanno oggettivamente senso. Riprendo la battuta di un amico: “Per collaborare con i tuoi fratelli, ti fai la microrete MLS, per tutto il resto c’è Casashare“.
Non dimentichiamo poi che oggi siamo nell’era della profilazione del cliente e questo porterà, ma rimane una mia opinione, un calo drastico della necessità di “collaborazioni” tra gli agenti immobiliari.
A voi che leggete tutti gli strumenti per farvi un’idea della questione. In ogni caso pare chiaro che mercato e operatori sono di nuovo in movimento e che gli agenti immobiliari devono aumentare cultura e visione per rimanere incisivi e magari riuscire a puntare a quella fetta di compravendite non intermediate o intermediate abusivamente, oggi aspetto non solo auspicabile quanto necessario per far tornare i conti.
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